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Recensioni

FRAH QUINTALE: BANZAI

VOTO DISCO9
9Overall Score

di Gaetano Petronio

Un suono mediterraneo per un disco fresco. Ritengo che Frah Quintale sia uno di quegli artisti, venuti alla ribalta con l’IT POP, in grado di rimanere nel tempo al di là dell’evoluzione della musica. Durante la pandemia ho creduto che la situazione potesse smentirmi e che le condizioni imposte dall’emergenza sanitaria avessero colpito anche le sue potenzialità artistiche.

Invece no e questo disco ne è la dimostrazione.

Il disco si apre con un incipit che ricorda i tempi di Manu Chao ma che viene presto sommerso dal flow del rapper bresciano e che sfocia in un ritornello da cantare ad alto volume in macchina. Il suono è a metà tra quello di una band e le basi a cui ci siamo abituati nei dischi precedenti. Il secondo brano inizia con un arpeggio di chitarra intrecciato con un riff di basso che perdura per tutto il pezzo rievocando atmosfere californiane alla RHCP. Anche il terzo pezzo vede un intro di chitarra ma si ritorna ad un sound più simile alle basi di “Regardez moi”. Da notare come le melodie intonate da Frah Quintale siano diventate più soul e malinconiche e, insieme al sound dei brani, rende bene l’idea di quell’estate “arancione” con un sole torrido e un’anima malinconica. Si prosegue con “Cardio” che pompa sui bassi con un canto che invece estende la melodia sul ritornello. “La Notte mi chiama” invece ci porta a quelle serate in macchina in giro per una città deserta con la brezza serale tra i capelli. I suoni, il ritmo e la base ci riportano tra gli anni 90 e quelli di oggi in bilico tra il 2004 e il 2005 con un ritornello che si apre e allarga l’orizzonte del brano. La ballad “Scheletri” scorre veloce per portarci a “Chicchi di Riso”, uno dei brani più interessanti del disco con il featuring di Franco126 che, con la sua voce, colora il brano di Mediterraneo. Il pezzo sembra pronto per essere trasmesso sulle spiagge ma nasconde una vena molto nostalgica. “Pianeta 6” continua sul filone della dance. In “Sempre bene” invece ritorna la chitarra che scandisce il ritmo di una ballad dal sapore misto tra quelle degli anni 50 e la poetica dell’IT POP di questi anni. “Ricordami di stare sempre bene anche senza te” sa di quella consapevolezza e disillusione tipica dei nostri anni. Infine “Se avessi saputo”, voce effettata e chitarra acustica, sembra essere la “Road Trippin’” del rapper bresciano che mette una splendida firma per chiudere questo ottimo disco.

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