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Classifiche

Top 5: le copertine più brutte del 2023

copertine brutte 2023

Come ogni anno, torna la consueta e inusuale classifica delle peggiori copertine dell’anno. La classifica, ovviamente, non ha alcun legame coi contenuti musicali dei dischi, che in alcuni casi sono anche piuttosto ottimi, ma vuole rappresentare una critica semiseria all’estetica degli album che sono stati pubblicati nell’anno che sta per terminare.

Quindi stringiamoci forte e vediamo in rigoroso ordine alfabetico cos’ha prodotto di brutto questo 2023.

Abstract Concrete, “Abstract Concrete” (The state51 Conspiracy)

La fantasia al potere. Prendi un bambino di 4 anni, chiedigli di disegnarti una casina con un pennarello bianco. Et voilà. Notevole risparmio su grafica, stampa, eventuali set fotografici e relativo stress. Tutto fatto e finito in 25 secondi netti. Però mica male come idea.

Ava Max, “Diamonds & Dancefloors” (Atlantic)

Qui ci troviamo davanti a un nuovo remake della Sirenetta. Sembra quasi di vedere la locandina del film di Rob Marshall, non fosse che la ragazza ha le gambe e non le pinne. Una luce angelica illumina solo il viso per una resa grafica piuttosto scadente, con i capelli che sembrano di plastica e il costumino che si confonde col fondo stellato. Niente da fare, rimandati.

Fever Ray, “Radical Romantics” (Mute)

Qui siamo davanti ad un vero e proprio capolavoro di arte contemporanea. Un po’ Rocky Horror Picture Show, un po’ Dracula, un po’ Zio Fester. Praticamente una summa di tutti i peggiori mostri della storia del cinema. Come contorno, una scritta simil-gotica che per decifrarla serve un laureato in paleografia latina. Da esporre in un museo.

Gretel Hänlyn, “Head Of The Love Club” (VLF)

La faccia schifata sembra aver visto la copertina di sopra. O molto probabilmente era messa in posa dopo un pranzo di matrimonio pugliese e aveva voglia di fare tutto tranne che di stare in piedi davanti l’obiettivo. Risultato finale: espressione che dice “e basta su”, paesaggio anonimo di un giardino pubblico dove vanno a fare pipì i cani e cielo nuovoloso, a completare il quadretto idilliaco.

Overmono, “Good Lies” (XL Recordings)

Questo è il cane che va a fare la pipì nel prato di sopra. Attenzione a non farlo arrabbiare però, sembra tutt’altro che amichevole. Zero scritte, non si sa chi sia l’artista, non si sa il titolo, e questo alla fine capita pure spesso su una copertina. Quello che non può capitare è una macro sul muso di un cane allungato, con visuale da sotto, lingua di fuori, palato in evidenza e bavetta che esce dalla bocca. Insomma, non un bel vedere, anzi.

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