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Pulperro: una rubrica che suona bene

Una dichiarazione di intenti

A grande richiesta di tutti (i demoni che aleggiano nella mia testa), ecco la nuova rubrica-ripostiglio musicale di NoiseCloud. Si chiamerà Pulperro (si legge palperro, ndr), conterrà tutto quello che non è intervista, recensione, report live. Gli scarti, i rifiuti. Che, in tempi di economia circolare, sono risorsa molto preziosa.

Pulperro nasce dalla necessità di rispondere ad alcune domande disimpegnate: la musica può essere fosforescente? Quale colonna sonora scegliereste per una lavatrice che sta centrifugando? Perché in Giappone alcuni semafori hanno la luce blu? Ci sono generi musicali più vegani di altri? Probabilmente non ve le siete mai poste, ma ora che le leggete una risposta la sperate. E questo non perché queste domande abbiano un senso. Però suonano bene, e questo è il nostro unico mantra (teniamo comunque a precisare che non abbiamo coinvolto Gigi Marzullo nel processo creativo).

Il nome “Pulperro” è un mix tra il termine “pulp”, genere letterario e cinematografico molto amato da chi ha la fissa per Tarantino, e “Polperro”, un piccolo villaggio di pescatori sito sulla costa sud-orientale della Cornovaglia, famoso principalmente per essere stato, in età napoleonica, luogo di contrabbando di alcuni prodotti quali liquore e tabacco. Credo di esserci stato 13 anni fa in un viaggio studio, ma non ne ho ricordi se non – per l’appunto – il nome, che rimanda ad atmosfere molto spaghetti western.

La rubrica non avrà cadenza fissa, non manterrà nessuna promessa, si autodistruggerà dopo due puntate, forse tre, forse di più. Del resto, a provare ad essere disciplinati si finisce in burnout completo.

Per adesso è tutto. Ci vediamo al prossimo twist.

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