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7.57.5
7.5Overall Score

Il cantautore milanese CASTELLI ha pubblicato il nuovo album, “Anni Venti”.

Il disco, prodotto da Luca Urbani, si rende affascinante a partire dal titolo, che richiama un certo immaginario fatto di fasci littori e palazzoni imponenti, come le Poste di un qualsiasi centro cittadino sul suolo italico.

Estetica a parte in sé (importantissima, per carità) arriviamo alla musica. CASTELLI, si intuisce, ha fatto incetta di Niccolò Contessa. “Anni Venti” suona, in tutto e per tutto, come un disco dei primi Cani, senza tuttavia esserne epigone. Il fatto che vi sia un pezzo che, neanche a dirlo, si chiami proprio “Cani”, denota una certo senso dell’umorismo. Le atmosfere new wave, arricchite da riff di synth e beat elettronici, esaltano una non troppo celata vena malinconica. “Vite diverse / anche se a noi familiari / nel tuo sguardo complice di follia”, canta ad un certo punto. Maledetta nostalgia, verrebbe da pensare. Così come presente è l’eterno dilemma dell’artista di rifuggire le etichette (“Ci serve definire un genere / avere un riferimento / che rassicura”).

Sonorità, quelle di “Anni Venti”, che sono poco “anni ’20”, ma rimandano più alla musica dei primi anni ’10 (che a loro volta si rifacevano in larga parte agli anni ’80, ma poi non finiamo più). Ma, al di là dell’ancoraggio a quell’anno o a quella decade, l’album brilla di luce propria. L’elettronica che lo permea altro non è che l’involucro in cui si sedimenta, con una certa autorialità, il mosaico esistenziale di CASTELLI, il suo immaginario un po’ retrò, il suo linguaggio semplice, diretto, pop nel senso più genuino.

Assaporandolo, avrete quella boccata di ossigeno che vi era mancata. La sensazione di trovare quel vecchio album smarrito di foto, sfogliarlo, riscoprire nuovi dettagli, sorprenderti ancora di più.

Uscita: 13 marzo 2023
Etichetta: Bordello a Parigi

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