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Focus

Sei brani per ricordare Franco Battiato

Non ci siamo ancora ripresi. Non possiamo ancora credere che Franco Battiato, uno dei cantautori più importanti della storia della musica italiana e mondiale, non sia più su questa terra.

Per celebrare anche noi la sua arte abbiamo selezionato sei grandi capolavori, volendoci però volontariamente distaccare dai suoi episodi più noti, per sottolineare ancora una volta la straordinaria versatilità del Maestro, capace di passare dagli scritti complessi pregni di filosofia alle tempeste elettroniche che hanno fatto impazzire il pubblico del ClubtoClub di Torino nel 2014.

Zone depresse (1983)

Contenuto in “Orizzonti perduti” – album cult da cui è stato estratto, solo per fare un esempio, “La stagione dell’amore” – questo brano meraviglioso datato 1983 racconta l’attesa, di qualsiasi forma e tipo: il tutto, accompagnato da un’architettura sonora dominata da un tappeto fortemente elettronico composto da sequencer. Semplicemente maestosa.

Piccolo Pub (1995)

Un inno all’amicizia pregno di filosofia e caratterizzato da un’inversione temporale di senso logico, caratteristica frequente nei passaggi a quattro mani scritti con Manlio Sgalambro. Malgrado una complessità abnorme l’ascolto seppur enigmantico scorre via che è una meraviglia e riesce a trasmettere, anche in primissima battuta, il senso profondo del legame tra gli esseri umani. Il brano è inserito in uno dei più grandi capolavori del Maestro, “L‘ombrello e la macchina da cucire“, datato 1995.

Stage Door (1998)

Una delle canzoni più belle in assoluto, anche se non particolarmente conosciuta, del repertorio del cantautore siciliano. A differenza di “Zone depresse“, L’intero episodio si basa su un arpeggio di tastiera praticamente elementare, impreziosito da una splendida tessitura melodica e da parole che fotografano un momento di grandissima presa di considerazione esistenziale. A rendere magico il tutto un breve intermezzo, una tempesta di synth e spoken word, che si risolve in pochi secondi portando il brano alla coda.

Tra Sesso e castità (2004)

Malinconia, elettronica, potenza. “Tra sesso e castità“, episodio d’apertura di “Dieci stratagemmi” (2004) è tra i passaggi radiofonici più riusciti dell’intera discografia di Franco Battiato: in una vera e propria riflessione sul tempo che è stato e su quello che verrà, ornata da quello che sembra un modernissimo sample, il Nostro grazie a una velata malinconia ci conduce a metà brano in una violenta esplosione sintetica, inondando di grande meraviglia l’ascoltatore.

L’addio (2008)

Splendida composizione scritta per la palermitana Giuni Russo, pubblicata in “Energie“, disco prodotto dal Maestro nel 1981, e riproposta in forma minimale pianoforte e voce in “Fleur 2” nel 2008. Entrambe le versioni sono eccezionali, ma l’interpretazione di Battiato supera l’originale in quanto viene spogliata da tutti gli orpelli possibili, proprio per raccontare in un modo molto cinematografico un frame in particolare: l’addio alla propria città.

Le voci si faranno presenze (2014)

Nella sua gloriosa carriera Franco Battiato ha registrato anche una partecipazione al Club2Club, precisamente con un progetto di musica elettronica di struggente bellezza, ovvero “Joe Patti’s Experimental Group“, composto insieme a Pino “Pinaxa” Psichetola. Il brano in questione è un ottimo riassunto dell’album, un brevissimo aforisma iper elettronico che lascia spazio sul finale proprio alle voce del Maestro in una splendida atmosfera tensiva.

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