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Interviste

Un album ad impatto zero

Wojtek, pianista e compositore autodidatta polacco che vive e crea a Berlino, rilascia un album che deve accompagnare un movimento. Fin dall’inizio, Wojtek è stato coinvolto nel movimento per il clima Fridays for Future e il suo nuovo album intitolato, non a caso, Atmosphere è stato registrato e prodotto a emissioni zero. Realizza questo progetto cercando di lanciare un chiaro messaggio e, perché no, anche una sfida all’industria musicale: passare a un modello di business più sostenibile, consentendo la creazione, il rilascio e il consumo di musica entro i confini planetari.
Atmosphere trascina in un viaggio sonoro, incorporando campioni dal mondo circostante, ritmi techno dagli scantinati di Berlino e una fluidità spaziale che definisce il suono di Wojtek. Insomma, con un personaggio così non si finirebbe mai di parlare… ma soprattutto ragazzi giovani e coraggiosi come lui sono davvero un tesoro dell’umanità.

Ciao Wojtek, benvenuto in NoiseCloud.it!
Inizio subito col farti una domanda di cui siamo molto curiosi della risposta. Come viene realizzato un album carbon neutral e cosa significa?
Nel mio album “Atmosphere”, carbon neutral vuol dire ridurre le emissioni quando possibile, compensando quello che è impossibile da eliminare. Possiamo fare la stessa cosa nelle nostre case, utilizzando le energie rinnovabili e riducendo ciò che consumiamo. Vale la pena sottolineare che quel termine si riferisce sia alle emissioni dirette sia indirette. Nel mio caso non è stato difficile pensare ad emissioni prossime al mio quotidiano. Mi riferisco in particolare a quelle generate dalla produzione delle attrezzature musicali. Mi stavo preoccupando per la situazione che da anni ci minaccia e ci tenevo a fare la differenza. Tentare di cambiare qualcosa nel mondo musicale era la mossa più importante che potessi fare come musicista.
Ho proposto l’idea al mio team e l’hanno accolta con grande entusiasmo, è stata una bella sfida, ma necessaria. Poi, il processo di creazione di musica carbon neutral si è rivelato più semplice di quanto pensassi.
Il primo passo era quello di capire quali fossero le mosse da fare ed eventualmente valutare le loro possibili conseguenze in termini del carbon footprint (emissioni di gas serra che generano). Ho preparato un foglio di calcolo per controllarlo ed avere tutti i numeri a portata di mano. Quando possibile, azzeravo completamente le emissioni usando il cento per cento delle energie rinnovabili.
Ho affrontato diverse sfide e mi sono posto molte domande durante il percorso, ma sono stato fortunato da avere la possibilità di consultarmi con un esperto in cambiamenti climatici ed energie.
Tutti i miei dubbi, ma anche soluzioni e consigli su come migliorare il nostro pianeta, si possono trovare sul mio sito web che può essere fonte di ispirazione per altri artisti.

Tentare di cambiare qualcosa nel mondo musicale era la mossa più importante che potessi fare come musicista.

Wojtek

Conosci qualcun altro che l’ha già fatto prima?
Non proprio nel mondo della musica ma so di tante aziende che sono diventate carbon neutral e tante altre che ci stanno lavorando (Google, Ikea, ecc.). Addirittura alcuni stati hanno annunciato di voler diventare ad emissioni zero entro il 2050 (inclusa la Cina entro il 2060). Tuttavia non conosco nessun progetto simile nel mondo della musica. Se però, una persona sta producendo tutta la sua musica autonomamente, alimentata da energie rinnovabili ed in uno studio di proprietà, si può parlare di una produzione carbon neutral.
Nel mio caso è stato più complesso perché le diverse fasi del progetto si sono svolte in luoghi differenti: la registrazione a Londra, il mixing a Berlino e l masterizzazione a Varsavia.
Questo ha condotto a sfide aggiuntive nel processo di creazione del progetto pienamente carbon neutral.

Con quali materiali è stato realizzato “Atmosphere”?
Spesso utilizzo un microfono portatile, soprattutto quando viaggio. Quelle registrazioni diventano poi una specie di cartoline, le mie memorie registrate in formato audio.
Ho deciso di includerle nell’album perché quelle persone, eventi, esperienze mi hanno reso chi sono trasformando il genere di musica che faccio. Puoi letteralmente sentire i miei genitori, mia nonna o amici. Non so se gli ascoltatori possano comprendere perché le conversazioni sono tutte in polacco, ma per me significa molto e crea una seconda, più intima, storia dietro ogni traccia.

Come mai hai scelto di intitolarlo proprio così?
In realtà sono due i motivi per cui l’ho chiamato “Atmosphere”. Il primo ha origine da un seminario che ho seguito durante i miei studi di architettura a Berlino nel 2019. È stata una lezione molto teorica su come viene creata un’atmosfera specifica e cosa può significare. Stavamo discutendo sull’impatto dell’illuminazione, temperatura, materiali, spazio, dimensioni, proporzioni, circostanze storiche ecc. Una lezione che mi ha ispirato e mi ha spinto a tradurre questa mia conoscenza in musica e creare la mia atmosfera con tutti gli elementi diversi, incluse le registrazioni di cui parlavo prima. Il secondo motivo, come si può facilmente immaginare, è relativo al problema globale che accomuna l’umanità: la crisi climatica che invade la nostra atmosfera

La cover di Atmosphere

Cosa possono fare gli operatori del mondo musicale per aiutare ad affrontare il problema del cambiamento climatico?
In primo luogo, dovrebbero parlarne costantemente perché la gente deve rendersi conto del problema del riscaldamento globale per poterlo risolvere.
Secondo me è la questione in assoluto più importante di questi tempi. Il mio progetto non rappresenta un grande cambiamento se teniamo conto della scala delle emissioni globali. Ma sicuramente lancia un chiaro messaggio: dobbiamo e possiamo fare qualcosa per affrontare la crisi.
Poi, dovremmo smettere di utiizzare i combustibili fossili e sostituirli con le energie rinnovabili nei nostri studi di registrazione, aree concerti e festival.

Pensi che in futuro diventerà sempre più comune per le case discografiche produrre dischi a impatto zero?
Lo spero davvero perché è anche una strategia già attuata da diversi stati, quella di diventare carbon neutral in futuro. Dobbiamo farlo per sfidare il cambiamento climatico e mantenere le temperature globali inferiori ai 2C° impegnandoci a scendere a 1,5 C°.
Dobbiamo cambiare ogni singolo settore, industria musicale inclusa. Mi auguro che tra qualche anno non sarà nemmeno più necessario parlarne, perché ritenuto scontato farlo.

Cosa pensi, invece, dei concerti e festival a impatto zero?
È un ottimo trend! Sono tanti i festival di musica elettronica organizzati in Germania – per esempio Feel Festival – che sono sensibili a questo tema e si impegnano a limitare il più possibile il proprio impatto sul clima.

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