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Voto disco:7.5
7.5Overall Score

Etichetta: Ignition Records
Data di uscita: 4 marzo 2022

Gli Stereophonics, ormai attivi da 30 anni, sono tornati nel 2022 con il loro dodicesimo album in studio, ed è un ritorno che non può non far piacere. Ascoltare le idee e la voce di Kelly Jones è sempre un piacere, soprattutto se associate ad una qualità sonora sopra la media. Il precedente “Kind” era deboluccio, nonostante contenesse alcune perle niente male come “Fly like an eagle” e “Bust this town”. Questo lavoro, nonostante la lunghezza non usuale nel mondo del rock’n’roll degli anni 2000 (poco più di un’ora), risulta molto omogeneo e coinvolgente e difficilmente stancherà l’ascoltatore.

L’apertura “Hanging on your hinges”, primo singolo uscito a settembre 2021, è un rock tirato e graffiante come non si sentiva da tempo nella loro discografia, stesso discorso che può essere fatto per “Do ya feel my love?” (meraviglioso episodio che ci riporta ai fasti di 20 anni fa) e “You’re my soul”, trascinante pop-rock a tratti altamente emozionante, nonostante il sound che in alcuni frangenti può risultare aggressivo. “Forever” è il classico singolo spacca-classifiche in alta rotazione che ti entra subito dentro, da brividi nel ritornello nonostante il riff iniziale richiami da molto vicino un celebre brano dei Keane di una ventina di anni fa. Questo è il primo brano di tanti in cui si rallenta notevolmente il ritmo, mettendoci davanti a degli Stereophonics piuttosto intimistici e riflessivi (“When you see it”, “Right place, right time”, la clamorosa “Leave the light on”) che ci fanno sentire in pace con noi stessi, in un periodo storico in cui di pace, in tutti i sensi, ce n’è veramente poca.

Particolare menzione merita la conclusiva “Jack in a box”, simil-folk che mette allegria in chiusura di albu, dopo un’ora di chitarre, sudore e lacrime. “Oochya!” trasuda anni ’90 da tutti i pori, nelle parti vocali, nella produzione, nelle sonorità, nelle ritmiche della batteria di Jamie Morrison (ex Babyshambles e Noisettes), che da dieci anni ha dimostrato di essersi inserito alla perfezione nel sound della band gallese.

Uno dei gruppi più influenti del mondo del rock britannico dimostra di essersi ripreso notevolmente dopo qualche fisiologico passo falso (periodo 2017-2019). Le idee e la voce graffiante sono tornate a brillare per un brit-rock senza troppi fronzoli che farà piacere ai fan storico di Kelly Jones & Co.

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