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Purple Sync, nel segno del blues

Purple Sync, nome d’arte di Emanuele Camaiani, è un giovane musicista e producer. È molto bravo a fare zapping tra generi musicali differenti, come dimostrano le sue collaborazioni nei pezzi “Coffeshop” (contenuta nell’album “Vulcano” di Clementino) e “Acqua” con Madame e Rkomi nell’album “OBE” di Mace. Inserito all’interno del circuito della Metatron Group, è da poco uscito il nuovo singolo Suddenly Discover, un pezzo “nel segno del blues”. Noi di NoiseCloud lo abbiamo intervistato.

Partiamo con un gioco: descrivi il progetto Purple Sync in poche parole essenziali.
Alleviare il grigiore diffondendo un po’ di colore.

Su Spotify è uscito il tuo primo singolo, “Suddenly Discover” (prodotto Metatron Group). Raccontaci un po’ di questo pezzo.
Suddenly Discover è un brano che parla di come la musica possa ispirarci ad assaporare una vita più ricca di sfaccettature. Ormai viviamo in una società dove, pur non accorgendocene, non siamo sempre noi a scegliere come vivere. In quest’epoca siamo molto condizionati da mille fattori e da stimoli che non ci fanno andare così in fondo al nostro essere, facendoci stare solo in superficie. È un un po’ come dare un croccantino ad un cane per non fargli mangiare la bistecca, siamo distratti dai veri valori dell’esistenza, come l’avventura e l’emozione.

Seguirà un album o un EP? Che cosa dobbiamo aspettarci?
Sì, sicuramente uscirà un’album o un EP nel corso del 2021. Riguardo a quello che dovreste aspettarvi, posso dirvi che la musica che farò uscire sarà emozionante e non mancherà di far riflettere o, più semplicemente, allargare gli orizzonti.

Suddenly Discover è un brano che parla di come la musica possa ispirarci ad assaporare una vita più ricca di sfaccettature. Ormai viviamo in una società dove, pur non accorgendocene, non siamo sempre noi a scegliere come vivere. In quest’epoca siamo molto condizionati da mille fattori e da stimoli che non ci fanno andare così in fondo al nostro essere, facendoci stare solo in superficie.

Purple Sync

Tu sei anche un produttore (con Clementino e Mace). Che cosa significa, oggi, produrre un brano? Riesci a mettere nel lavoro di produttore la stessa personalità che metti come artista?
Sì, nasco artista ma sono anche un producer. Per quanto riguarda queste collaborazioni, alcuni miei brani e beat sono stati ascoltati da un mio caro amico e grande producer con cui collaboro che si chiama Swan, che li ha prodotti e ri-arrangiati per Clementino e Mace.
Produrre oggi significa spaziare in un universo musicale molto variegato. Ci sono così tante produzioni da ascoltare e tanto da poter prendere come riferimento che, spesso, le cose migliori nascono isolandoti da tutto il resto, in questo mondo che ci bombarda di stimoli. È sempre molto emozionante diffondere la propria musica e sapere che riesce ad emozionare gli altri allo stesso modo in cui emoziona te stesso, è come condividere un’esperienza in maniera sistematica. Pazzesco. È un po’ quello che è successo al mio manager Marco Triolo. Quando ha ascoltato le mie produzioni a Londra e ancora non ci conoscevamo, è letteralmente impazzito.

Produttore nel mondo del rap, artista dai connotati blues? Questi due mondi possono parlarsi?
Sì, assolutamente, sono due generi super connessi. Anche se in apparenza sembra esserci una distanza, derivano storicamente dallo stesso bisogno, quello della catarsi e della denuncia.
Dal punto di vista prettamente musicale si sposano benissimo, basti pensare al soul che unisce una ritmica hip hop ad un’armonia e melodia blues. È stato fatto e si continua a fare oggi in mille forme diverse. Ne è un esempio lampante Knox Brown, un produttore americano che amo.

Una volta che la pandemia di covid-19 finirà e si potrà tornare a fare concerti, porterai live la tua musica? 
Certamente. Il contatto con il pubblico è una delle due cose che amo di più della musica, assieme a crearla.

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