fbpx
IntervisteNews

Bowland, l’elettronica che arriva dalla Persia

Vengono da Teheran, culla dell’antica Persia, terra delle raffinatezze gastronomiche, delle poesie di Hafez, delle pellicole di Farhadi e sono i BowLand.

Am I Dreaming (INRI/Artist First) è l’ultimo loro nuovo singolo prodotto con la collaborazione di Marco Fugazza e Domenico Finizio che mescola la tradizione persiana con l’elettronica di matrice trip hop. Am I Dreaming parla di uno strano stato d’animo in cui non si sa se si è svegli o all’interno di un sogno, un viaggio onirico fatto di ritmiche sospese in equilibrio precario.

Una band che nonostante sappia quanto sia difficile affermarsi nel panorama musicale italiano, forse più che in quello internazionale, ha scelto comunque di fare un certo tipo di musica. Una musica visionaria dove si uniscono all’unisono suoni intimi ed esplosioni fatali.

In un mondo che tende al grigiore i BowLand hanno il sapore di un’urgenza comunicativa diversa, oserei dire necessaria. Lel Low, Pejman e Saeed, componenti del gruppo e amici da una vita ci aprono le porte del loro mondo dove i confini non segnano le distanze ma diventano orizzonti

L’intervista

Partiamo dai fondamentali. Chi sono oggi i BowLand? 
Siamo le stesse persone di prima, forse più maturi e con più esperienza.

In Am I Dreaming, il vostro ultimo singolo scritto da voi e prodotto con la collaborazione di Marco Fugazza e Domenico Finizio, l’Oriente e l’ Occidente si mescolano grazie all’incontro dell’elettronica con sonorità legate alla musica tradizionale iraniana. Quanto è importante per voi, mantenere le radici di un posto attraverso la musica in generale? 
Sicuramente ci piace mostrare le nostre radici attraverso la musica, ma questo non è fondamentale quando ci mettiamo a crearla. Per noi è più importante il legame con un luogo mentale rispetto ad un luogo fisico. Il nostro processo creativo è sempre molto spontaneo e naturale. Poi, quando capita come in questo caso di stabilire un rapporto ancora più diretto, spontaneo con le nostre radici nazionali, non possiamo che esserne orgogliosi e felici.

Voi, nello specifico cosa vorreste portare delle vostra terra d’ origine nelle vostre canzoni?
Generalmente facciamo quello che ci chiede la canzone che sta per nascere ma c’è sempre qualche elemento appartenente all’Iran. Tutto viene da dentro di noi. Le nostre origini si riflettono sicuramente molto nell’aspetto ritmico delle nostre creazioni.

Le ipnotiche trame strumentali prodotte da uno strumento come il tanbur accompagnano l’ascoltatore verso una connessione spirituale profonda. Cosa ispira la vostra musica? Quanto conta guardare il mondo con altri occhi? 
Il nostro obiettivo è quello di trasmettere alle persone sensazioni profonde ed esperienze spirituali importanti, esperienze che ti fanno vedere te stesso e il mondo intorno con altri occhi. Crediamo che sia proprio lì, in quelle profondità dei viaggi mentali, che riusciamo a toccare veramente il cuore della gente. È tutto questo che ci ispira a fare musica. 

Come si ascolta la musica dei BowLand? 
Secondo noi la nostra musica è più adatta per ascolti in situazioni intime, sia in compagnia che in solitudine. È quando la si ascolta con calma, in stasi che si riescono a fare quei viaggi mentali di cui parlavamo prima. 

La vostra musica sembra ogni volta evocare delle immagini estremamente potenti e suggestive, a tratti cinematografiche. Vi piace il cinema? Ci potete raccontare che rapporto avete con esso?
Tutti e tre amiamo molto il cinema. Spesso quanto stiamo creando la musica già immaginiamo anche l’aspetto visivo, le immagini si formano nella nostra testa in maniera spontanea. Per noi l’accompagnamento tra musica e immagine aumenta molto la potenza e l’impatto sulle persone. È per questo che dedichiamo tanta attenzione ed energia sia ai nostri video che ai visual nei concerti.

E se i BowLand dovessero firmare la colonna sonora di un film, quale sarebbe?
Il campo delle colonne sonore è un mondo che ci attira tanto e non vediamo l’ora di creare una colonna sonora intera per un film. Se dovessimo scegliere fra film già esistenti diremmo che il film giusto sarebbe una cosa come Requiem For A DreamMullholland Drive 

BowLand in persiano significa “alto”. É un viaggio, un’ascesa. Lo stesso stato d’animo che si ritrova in In Am I Dreaming,  in cui non si  sa  se  si  è  svegli  o  dentro  ad  un  sogno.  Quali  sensazioni  o esperienze hanno influenzato il vostro modo di fare musica? 
Il nostro modo di fare musica sicuramente è influenzato dai nostri caratteri, dalle nostre esperienze di vita e dalla nostra amicizia. Sicuramente la musica che ascoltiamo ha un ruolo più che fondamentale: sono tutti i viaggi mentali che abbiamo fatto in passato con le canzoni degli altri. Le stesse canzoni che oggi ci ispirano a volerlo far fare ai nostri ascoltatori con la nostra musica. Durante i nostri live proviamo a regalare ai nostri fan le stesse esperienze bellissime che abbiamo avuto ai concerti dei nostri artisti preferiti.

Che rapporto avete con i social network e con il mainstream? in che modo i vostri fan possono conoscervi davvero?  
Sicuramente ci piacerebbe avere una fan base sempre più vasta, ma purtroppo non ci possiamo allineare con le logiche del mercato e alla mentalità mainstream di oggi, e questo ci penalizza un bel po’. Il nostro obiettivo è naturalmente quello di presentare la nostra musica a più persone, ma purtroppo il mercato commerciale della musica, in particolare quello italiano, non aiuta tanto i musicisti poco conformisti. In questo momento in realtà i social network sono il nostro unico modo di comunicare con i nostri fan e secondo noi è uno strumento utile e importante per un musicista di oggi. Chi ci segue sui social sa bene che non siamo molto attivi tutti i giorni perché abbiamo tutti e tre un carattere un po’ introverso. Sicuramente anche il fatto che siamo di una generazione che non è cresciuta con i social media può incidere.

Possiamo aspettarci presto un nuovo disco firmato BowLand?
Il disco è in lavorazione. Un po’ perché siamo diventati molto più perfezionisti di prima e un po’ perché, come abbiamo detto sopra, le dinamiche del mercato non sono in nostro favore, abbiamo avuto bisogno di più tempo per concluderlo. A questo punto sicuramente nel 2022 lo chiuderemo e lo faremo uscire con una bella tournée in tutta Italia e magari anche oltre.

Condividi: