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Interviste

Westfalia: da XFactor al The Great Escape Festival

Westfalia

La loro permanenza a X Factor 2021 è stata breve ma estremamente importante. I Westfalia infatti, in poche settimane, hanno avuto modo di mostrare a una fetta ampia di pubblico la complessità e la bellezza di un genere, il jazz soul, in ascesa (con colpevole ritardo) anche nel nostro Paese.

Il gruppo formato da Vincenzo Destradis, David Paulis, Jacopo Moschetto ed Enrico Truzzi, selezionato nel roster di Mika, ha affrontato nel migliore dei modi l’esperienza televisiva, non cedendo di un centimetro la propria cifra stilistica, sciorinata sia nell’inedito “Goblin“, presentato proprio nello show targato Sky, che in “Sunset Kids“, il nuovo singolo rilasciato lo scorso 18 febbraio per Panico/Needn’t.

Approfittando della recente relase abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Westfalia, ponendo l’accento proprio sulla situazione del soul italiano non lasciandoci scappare qualcosa in più sul nuovo lavoro.

Ragazzi, la vostra partecipazione a X Factor è stata preziosa. Per la prima volta nella storia della televisione infatti una band spiccatamente jazz, senza alcuna inflessione pop apparente, ha avuto la possibilità d esibirsi. Un passo in avanti fondamentale per un genere (dove ci mettiamo dentro anche il soul e la black music in generale) finalmente in espansione nel nostro Paese. Cosa vi portate dietro da quest’esperienza?

È stata una sorpresa anche per noi arrivare ai live del programma, non per mancanza di fiducia nei confronti della nostra musica o di ciò che siamo, quanto per il contesto che sembrava non appartenerci del tutto. La nostra sensazione è che la scelta fatta dalla redazione e dai giudici sia riflesso di un’apertura musicale anche da parte del pubblico generalista a questo tipo di circuito, che all’estero raccoglie un bacino di utenti molto fitto. Infatti, non sono mancati messaggi da parte dei fan in cui ci paragonavano a gruppi come Hiatus Kayote o Snarky Puppy.

Secondo voi qual è il motivo per cui il jazz-soul si sta affermando con più fatica del previsto in Italia? Non dico che tutti dovrebbero ascoltare i Badbadnotgood, però da quando è arrivata quella splendida onda in UK che ha unito jazz, rap ed elettronica ci si aspettava un cambio di passo più svelto anche da noi, invece i “nostri” artisti di punta pur proponendo roba di qualità faticano ed emergere in maniera significativa…

Ritornando ai messaggi mandatici nel periodo di X-Factor, nella maggior parte di questi venivamo paragonati ai Jamiroquai o agli ancora più stagionati Steely Dan, gruppi che apprezziamo tantissimo ma che ci rispecchiano solo in modo secondario…questo lascia intuire la preminenza di modelli legati al passato rispetto a quelli del presente, di cui in larga parte il pubblico non è ancora a conoscenza. Il motivo crediamo sia in parte legato alla cultura esterofila che abbiamo assimilato dagli anni 60 in poi, principalmente di matrice rock e poco legata all’RnB afroamericano, inoltre non va sottovalutato il fatto che la società italiana sia più nuova a fenomeni massicci di immigrazione da parte delle etnie africane rispetto per esempio a quella americana, inglese, francese o tedesca.
Le giovani generazioni, istruite musicalmente sul web e più meticce, sono già molto più predisposte e infatti pian piano questa musica si sta facendo strada anche da noi e nel mondo pop è già molto più comune trovare artisti di estrazione Black (Mahmood, Ghemon, Davide Shorty, Ditonellapiaga, Sissi).

Il vostro nuovo singolo, “Sunset Kids”, rispecchia fedelmente la cifra stilistica dei Westfalia. Com’è nato?

Sunset Kids è un pezzo nato nel nostro primo periodo di scrittura, a ridosso del primo lockdown e dell’estate 2020, quindi nasce a distanza per poi essere assemblato e completato alle prove, in presenza. È un brano che sicuramente traccia una linea di prosecuzione con Goblin, ma nel frattempo abbiamo sperimentato anche altre direzioni di scrittura, più vicine al rock e all’Hip Hop, e nel nostro prossimo EP ne abbiamo già inserite alcune, quindi preparatevi a tante nuove sfaccettature dei Westfalia per questa primavera!

Come funziona il vostro processo di composizione? Si tratta di un lavoro sempre collettivo oppure magari scrivete a parte e poi vi confrontate in saletta?

Il processo di composizione è per forza di cose in un primo momento a distanza, vivendo tutti in città diverse (Vincenzo e Davide abitano a Bologna, Jacopo a Milano ed Enrico a Porto Mantovano) è difficile vedersi assiduamente a provare e molti lavori vengono fatti a distanza. Ma in questo processo devo dire che abbiamo trovato il nostro equilibrio: Davide o Jacopo mandano una prima bozza musicale, integrata dall’uno o dall’altro. Vincenzo aggiunge melodia e testo, a volte cambiando l’arrangiamento in funzione della voce ed Enrico registra le batterie. Dopo di che si va in saletta e si prova il brano capendo cosa funziona e cosa no, apportando modifiche di arrangiamento o eventuali aggiunte di parti in corso d’opera. Una volta definito il brano nelle sue parti portanti, ci si ritorna sopra in produzione, dove si vanno a ricercare i dettagli nella produzione delle voci e a cercare delle “chicchette” a livello di suoni e percussioni.

C’è qualche brano che vi ha ispirato durante la scrittura di “Sunset Kids”?

In realtà non abbiamo avuto un’ispirazione in particolare, ma avevamo tanta musica diversa in testa in quel momento.
Enrico ha provato ad individuare alcuni brani che ci hanno influenzati per una precedente intervista e a condensarli in una playlist, ve la riproponiamo qui.

Qual è il prossimo obiettivo dei Westfalia, a media distanza?

Il nostro obiettivo più vicino è quello di pubblicare il nostro primo EP e comunicare in maniera più completa chi siamo e cosa vogliamo dire con la nostra musica. Guardando leggermente più lontano, ci piacerebbe fare un mucchio di live, specialmente all’estero dove la gente è già abituata a un linguaggio come il nostro. Ci sembra il campionato migliore per il nostro progetto. Abbiamo preparato un live di cui siamo molto soddisfatti e ora bisogna farlo girare in più palchi possibili: per quanto riguarda l’estero avremo l’opportunità di portarlo per la prima volta a maggio a Brighton per il “The Great Escape”, non vediamo l’ora.

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