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RecensioniRetrospettive

The Beatles: Revolver, 55 anni fa (1966)

Data di uscita: 5 agosto 1966
Etichetta: Parlophone

Il settimo disco della band più famosa del mondo, “Revolver”, è tuttora un caposaldo della storia della musica e segna un decisivo punto di svolta nella discografia del quartetto di Liverpool. Si iniziano infatti a sentire, per la prima volta, sonorità sperimentali e psichedeliche che poi andranno a comporre “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, altro capolavoro uscito 10 mesi dopo. La durata è breve, poco più di mezz’ora, ma ciò non va a discapito della qualità. Anzi, i Fab Four sono riusciti a concentrare in brani brevi (solo “I’m Only Sleeping” tocca i 3 minuti, “For No One” è addirittura sotto i 2 minuti).

Il primo brano in cui si iniziano a sentire gli effetti di LSD e influenze asiatiche (qualcuno ha detto sitar?) è “Love You To”, quarto brano in scaletta, ipnotico e onirico come mai era accaduto finora nei 6 dischi precedenti. A dire il vero già in “Only Sleeping”, che la precede, si possono ascoltare nastri riprodotti al contrario che fanno comprendere come la band non avesse intenzione di portare in tour il disco, tanta è la difficoltà di riprodurre determinare sonorità dal vivo. L’apice della psichedelia beatlesiana di questo lavoro è la conclusiva “Tomorrow Never Knows”, la cui intro è stata portata anche dagli Oasis nel loro tour del 2000 (grandissima band che però probabilmente senza i Beatles non sarebbe mai esistita). La registrazione del brano è tutt’altro che lineare e semplice: fu il primo brano del disco ad essere inciso, i nastri utilizzati furono addirittura 5 diversi grazie all’idea di McCartney di portare in studio un registratore in cui aveva inserito dei loop amatoriali che con un ascolto molto attento (leggasi con le cuffie) possono essere individuati durante l’ascolto. Le sonorità orientali sono dovute alla mente di John Lennon, che in quel periodo lesse un libro sacro buddista da cui poi ha preso il verso iniziale della canzone “Whenever in doubt, turn off your mind, relax, float downstream…“.

Il brano più pop e radio-friendly è “Yellow Submarine”, nata addirittura da un pisolino di Paul che poi l’ha modificata in un motivetto cantabile e ballabile dedicato più ad un pubblico di bambini che di adulti. “She Said She Said” è stata scritta e modificata più volte sia nel testo che nel tempo, con la versione definitiva del 1966 ricca di sonorità riconducibili all’utilizzo di LSD di cui Lennon ed Harrison fecero largo uso nel tour dell’anno precedente e che ha influenzato notevolmente la scrittura e la nascita di questo brano. Uno dei brani più celebri e premiati è senz’altro “Eleanor Rigby”, grazie alla quale McCartney fu premiato con un Grammy nel ’66. Il nome ha un’origine abbastanza macabra: infatti una trentina di anni fa è stata trovata una tomba in un cimitero di Liverpool con una lapide intitolata ad una certa Eleanor Rigby, morta negli anni ’30. Non è da escludere che Paul McCartney abbia preso proprio da lì l’ispirazione per il titolo (e la protagonista della canzone).

A livello di riconoscimenti, il disco ha avuto ben 5 dischi di platino negli Stati Uniti, 2 in Canada, 2 nel Regno Unito e 1 in Australia, mentre in Italia è riuscito a raggiungere un disco d’oro. Per quanto riguarda invece il mondo più attuale degli streaming, a fine agosto 2021 i due brani più ascoltati su Spotify sono “Eleanor Rigby” (153 milioni di ascolti) e “Yellow Submarine” (110 milioni di ascolti), probabilmente i due brani anche di più facile ascolto tra i 14 in scaletta.

Per far capire la grandezza dell’album basti pensare che la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 3º posto della lista dei 500 migliori album di tutti i tempi mentre la rivista britannica NME lo ha inserito al 2º posto (sempre in una classifica comprendente i 500 migliori lavori della storia).

Per far comprendere la grandezza e l’avanguardia dei Fab Four, una citazione da “Taxman” è d’obbligo, data l’attualità della frase a 55 anni dalla sua distribuzione.

If you drive a car, I’ll tax the street. If you try to sit, I’ll tax your sit. If you get too cold, I’ll tax the heat. If you take a walk, I’ll tax your feet.

(Se guidi una macchina, tasserò la strada. Se tu provi a sederti, tasserò il sedile. Se hai troppo freddo, tasserò il calore. Se vuoi fare una passeggiata, tasserò i tuoi piedi.)

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